La plastica è sostenibile?

La plastica è sostenibile?

Perché è necessaria una regolamentazione a livello comunitario per il riciclo della plastica

Senza sufficienti analisi non è possibile aprioristicamente dichiarare un prodotto/processo ecologicamente sostenibile, anche se questi possiedono, per così dire, una matrice strettamente naturale. Nessuno può esprimersi con certezza sulla sostenibilità di alcuni processi o prodotti senza prima aver effettuato un’analisi dei flussi relativa alla produzione e alla vita di un bene (Life Cycle Assessment).

Nelle ultime settimane si è fatta insistente la discussione sul riciclo dei materiali plastici, in cui la assenza di LCA indipendenti, diffusi e comparabili che dimostrino l’impatto ambientale del riciclaggio chimico rispetto al riciclaggio meccanico ed alla produzione vergine, non permette di esprimersi con certezza sulla sostenibilità delle tecnologie del riciclo chimico.

Il dibattito è riemerso in quanto il riciclo meccanico, metodologia maggiormente utilizzata per ridar vita a ciò che altrimenti diverrebbe rifiuto, non è da solo sufficiente per raggiungere gli obiettivi imposti nel Green Deal in materia.

La ricerca delle alternative all’ormai confermato riciclo meccanico si complica quando al discorso viene aggiunta la dom\anda “in termini di impatti ambientali, il riciclo chimico delle plastiche ha un impatto maggiore o minore del “tradizionale” trattamento dei rifiuti?”. Noti studi dimostrano come non sia possibile scegliere una o l’altra metodologia senza le dovute osservazioni.

La posizione della UE

È comunque noto che l’Unione Europea si esprimerà sull’obbligo di una minima percentuale di contenuto riciclato chimicamente in determinati prodotti plastici.

Secondo K. Olofsson, Director Regulatory Affairs & Strategic Innovation, Chair ISO/TC61/SC14/WG 5 Mechanical & Chemical Recycling, lo strumento essenziale per definire i quantitativi di plastica riciclata all’interno dei prodotti è il bilancio di massa per la quale lo standard internazionale ISO, ai sensi della ISO TC308, deve darne la definizione quanto prima, in modo che i regolamenti europei possano sfruttarlo come linea guida.

Tuttavia, la grande domanda che l’industria sta ponendosi è quando la Commissione deciderà sull’uso del contenuto riciclato chimicamente in Europa.

Sebbene la Commissione non abbia fornito alcun calendario ufficiale, molti nel settore si aspettavano un annuncio già nel 2021. Tuttavia, a meno di tre mesi dalla fine dell’anno, le speranze di chiarezza sulla posizione del riciclaggio chimico nella regolamentazione europea nel 2021 stanno svanendo rapidamente

Sono inoltre gli stessi produttori di materie plastiche a chiedere l’intervento legislativo in materia. La PlasticsEurope, associazione europea dei produttori di materie plastiche, sostiene in uno dei suoi ultimi comunicati stampa “la necessità di prevenire e ridurre gli imballaggi in eccesso ed i rifiuti da imballaggio accogliendo con favore la revisione della Direttiva sugli Imballaggi e sui Rifiuti da Imballaggio (PPWD)”. Inoltre, si legge sullo stesso comunicato, che “è fondamentale per la transizione verso un’economia circolare per la plastica la proposta della Commissione europea di stabilire un quantitativo obbligatorio di materiale riciclato negli imballaggi in plastica entro il 2030. Una soglia che, secondo gli industriali, va fissata al 30%”.

Abbiamo intrapreso un cammino di cambiamento e sia i consumatori che le industrie stanno dando pressione affinché anche la legislatura fornisca chiare risposte e regolamenti ben definiti e ciò intaccherà tutta la filiera del packaging. C’è la possibilità di anticipare i trend normativi e di mercato, e noi di GreenAD possiamo aiutarti nel farti trovare pronto quando il futuro sarà il presente.


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